La mostra è il risultato di un’indagine del collettivo sui meccanismi della percezione e sulla loro stimolazione attraverso i dispositivi artistici.
Per far questo, Numero Cromatico utilizza la forma letteraria dell’epitaffio avvalendosi di un’intelligenza artificiale (IA). I testi generati sono rivolti al pubblico, allo scopo di interrogarlo sulle proprie percezioni, memorie e sul proprio ruolo sulla Terra.
Lo spazio espositivo si presenta con tre stendardi in tessuto rifiniti a mano che simulano le grandi pale presenti nelle architetture sacre, rinunciando all’iconografia in favore di elementi cromatici e testuali.
L’installazione è inoltre accompagnata dalla voce del filosofo “Bifo” che interpreta una selezione degli epitaffi generati dall’IA, avvolgendo lo spettatore in una dimensione perturbante e rafforzando la relazione con l’opera stessa.